Il giorno 3 marzo 2019 è stato un giorno molto importante per tutti coloro che, come me, credono nel Partito Democratico. La sorte ha voluto che questo giorno, arrivasse esattamente un anno dopo le elezioni politiche dello scorso anno, momento nel quale il nostro partito ha dovuto subire, com’è noto a tutti, un forte ridimensionamento.

Oggi però è oggi e fortunatamente il panorama che si prospetta davanti a noi è molto diverso rispetto a ciò che potevamo vedere un anno fa.

Gli elettori del nostro partito hanno espresso il larga maggioranza la loro preferenza per un nuovo Segretario e questa risponde al nome di Nicola Zingaretti. Il confronto politico da cui è nata l’elezione del nostro nuovo Segretario nazionale, anche se in alcuni casi ha assunto toni aspri e polemici tra i concorrenti (e non solo) a tutti il livelli, credo possa essere considerato un qualcosa di positivo. Positivo è se non altro il confronto interno al partito, il dialogo, la voglia di creare una piattaforma d’idee che seppur diversa nelle sfumature dei diversi candidati aveva come minimo comune denominatore l’intento di creare un progetto unitario.

Ancora una volta però purtroppo molti amici e simpatizzanti del PD hanno scambiato, un momento costruttivo come di fatto è un congresso nazionale, in un momento utile per far prevalere le divergenze e non le convergenze. Ecco, se dovessi fare una critica al mio partito, direi che in questo abbiamo il dovere di migliorare, tutti, perché tutti abbiamo l’obbligo di capire che sono proprio le nostre liti e le nostre incomprensioni interne che non fanno bene al PD e che anzi danno la possibilità di emergere a forze politiche come quelle attualmente al governo nel nostro paese.

Il Partito Democratico ha invece il dovere, oggi più che mai, di rappresentare un’alternativa seria alle forze politiche populiste e lo potrà fare solo se unito. Aggiungo unito e non isolato dalle altre forze politiche di centro sinistra con le quali auspico possa costruire un campo largo d’intese non solo in Italia ma anche in Europa.

Ebbene, oggi abbiamo ridefinito tutti i nostri quadri di partito a livello nazionale, e non solo, in alcuni casi anche a livello regionale com’è accaduto in Piemonte. Non abbiamo più alcuna scusa. Abbiamo il dovere di provare a creare una proposta politica articolata e puntuale su tutti i temi che il nostro Paese necessità di definire o di ridefinire: il lavoro, le infrastrutture, il tema del welfare sociale, la sicurezza e molto altro ancora. Lo dobbiamo a tutti i nostri elettori e soprattutto a quel gruppo di uomini e donne, un milione e seicentomila persone, che ancora una volta hanno creduto in noi, venendo ad esprimere il proprio voto, facendolo in modo concreto, aspettando in coda in alcuni casi, non con un click da casa.

Ci hanno guardato negli occhi e ci hanno detto: “Non mollate! Noi siamo con voi”. A Collegno sento il dovere di dire grazie a quelle 1272 persone che hanno partecipato alle primarie in Città. Noi per voi, non molleremo. Grazie di cuore.

Gianluca Treccarichi